mercoledì 1 ottobre 2008

In punta di piedi

“Nelle tue mani , o Signore, consegno la mia anima e a Te raccomando la mia famiglia.Ti ringrazio per tutto ciò che mi hai donato nella vita terrena e perdona ogni mia colpa”.Anche se frutto della mia immaginazione ,credo che non sia stata molto diversa la preghiera che Raffaela Schiavo,da tutti conosciuta come Ninnella,ha mentalmente recitato allorquando si è resa conto che era per lei giunto il momento di lasciare la vita terrena.Coerente con il suo stile di vita, Ninnella, in punta di piedi, ci ha lasciato nel tardo pomeriggio del 16 settembre u.s.,giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica dei santi martiri Cornelio e Cipriano.Questo riferimento calendariale non deve stupire, perché Ninnella che partecipava quotidianamente alla Messa conosceva l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario e quindi ci piace osservare che il Signore l’ha chiamata a sé in un giorno di settembre che è uno dei mesi liturgicamente più ricchi e più belli per il numero di feste e memorie che si celebrano nell’arco dei trenta giorni.E’ stata questa una delle prime riflessioni che ho fatto appena mi è stata comunicata la notizia. Poi con la memoria sono andato agli anni della mia adolescenza,agli anni in cui il Duomo di Ravello, devastato dai sovrintendenti, in poco o niente invitava alla preghiera e all’incontro con il Signore.Ho rivisto Ninnella che continuava ostinatamente a partecipare alla Messa festiva e a quella feriale,a recitare rosari e novene,a rappresentare insieme con altre parrocchiane (una quindicina) lo zoccolo duro della comunità ecclesiale di S.Maria Assunta che non si lasciava intimorire dalle intemperie,dalle difficoltà e dai fastidi che i vergognosi ritardi nei lavori di restauro provocavano.In modo scherzoso le definivamo le “fedelissime”di don Peppino,perché sperimentavamo quotidiamente il loro forte legame con la Chiesa. Quando nel 1986 la Comunità di Santa Maria Assunta e Ravello tutta vissero i grandi momenti delle celebrazioni per l’ottavo centenario dell’erezione di Ravello a sede vescovile e nel 1989 la festa per il 50°di sacerdozio di don Peppino senior,Ninnella offrì il suo contributo in termini di pazienza,accettando con cordialità e disponibilità che la sua casa diventasse una cabina di regia dove si programmavano,si discutevano i progetti di quel gruppo di persone che aveva trovato nel canto liturgico una occasione per stare insieme e prestare un servizio alla Comunità. Ma,al di là delle singole date,la testimonianza di fede di Ninnella è stata continua e costante negli anni ed è diventata più forte in questi ultimi mesi.Nonostante le non buone condizioni di salute, ha partecipato con grande sacrificio alla novena in preparazione alla festa di san Pantaleone.Seduta come sempre ai primi banchi,con la corona del Rosario stretta fra le mani, ha recitato per l’ultima volta,dopo tanti anni, la coroncina in onore del Santo Patrono.Si é commossa quando il 16 luglio ha visto partecipare alla Messa in onore della Madonna del Carmine la neo costituita Confraternita e si è rammaricata per non aver potuto prendere parte alle celebrazioni dell’Assunta.Per chi come me era abituato a vedere questa signora “casa e chiesa” presente alle celebrazioni, la legittima tristezza, che si prova quando scompare una persona cara, é anche consapevolezza che con Ninnella è scomparsa una figura storica del Duomo di Ravello.Parlavo all’inizio di una uscita dalla vita in punta di piedi.Sì!con la stesso atteggiamento compito con cui usciva al termine della Messa, il 16 settembre Ninnella è uscita dalla scena della vita,senza clamori,probabilmente consapevole di aver ben svolto la sua missione di moglie e madre cristiana, pronta ad entrare,sempre in punta di piedi,in quel Regno di luce per incontrare Colui del quale ha quotidiamente ascoltato la Parola e del cui Corpo e Sangue si è cibata.Ci mancherai,Ninnella! Ci mancheranno le tue osservazioni,i tuoi complimenti e anche i tuoi bonari rimproveri che erano sincera testimonianza di quel forte amore per Cristo e la sua Chiesa .Ma resterà la tua testimonianza e, per quanto mi riguarda, anche la dolcezza e la delicatezza di quel bacio sulla mano con cui hai voluto ringraziarmi della visita che ti ho fatto agli inizi di settembre.Un gesto che,oggi,mi appare come l’ultima prova di un sentimento di affetto e di stima che spero di non tradire.Grazie di cuore e continua a pregare perchè noi ravellesi impariamo a conoscere il Signore,ad amarLo e ringraziarLo sempre e ovunque e ad incontrarLo ogni Domenica,Pasqua della settimana ,come hai fatto tu che ora vivi la Pasqua eterna.
Roberto Palumbo

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