mercoledì 1 ottobre 2008

Per comprendere il significato della Parola di Dio

Dal giorno 5 al 26 ottobre prossimo si svolge a Roma l’Assemblea del Sinodo dei vescovi sul tema” “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Questo straordinario evento di grazia ci stimola a riflettere sul significato e l’efficacia della Parola di Dio su cui si fonda la nostra fede che è anzitutto “obbedienza a Dio che parla.”. Molte sono le immagini che la Bibbia ci offre per farci comprendere il significato e la potenza straordinaria della Parola di Dio.Ne scegliamo alcune fra le tante: essa è spada, martello, fiamma di fuoco,pioggia, vino inebriante e miele, seme buono….
La Parola di Dio è come fuoco: cioè non è un’idea della mente e nemmeno un semplice messaggio ricevuto dal Signore, ma un fuoco che brucia dentro. “Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo” (Ger 20,9). “La mia parola non è forse come il fuoco - oracolo del Signore?” (23,29). Un fuoco che arde e consuma. Il contatto con la Parola infiamma e trasforma l’uomo. L’incontro col Dio vivo è un’esperienza di fuoco divorante. “Ecco, io farò delle mie parole come un fuoco sulla tua bocca. Questo popolo sarà la legna che esso divorerà” (5,14). Il profeta Isaia nell’esperienza della sua vocazione si era sentito bruciare la bocca e le labbra impure
da un carbone ardente che un serafino aveva preso con le molle dall’altare. Così purificato, può andare in missione (Is 6,6ss). Anche i discepoli di Emmaus fanno quest’esperienza nell’ascoltare le parole di Gesù: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32).
La Parola è come pioggia che fa germogliare la terra(Is 55,10-11) Il famoso passo di Isaia ci ricorda che la Parola di Dio non è detta mai a vuoto: ciò che Dio dice si realizza comunque
La Parola è come il cibo che riempie di dolcezza e di amarezza. L’angelo offre il libro al veggente dell’Apocalisse e dice: “Prendi e divoralo: ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele” (Ap 10,9). L’episodio s’ispira alla vocazione profetica di Ezechiele ( Ez 2,8 – 3,3). La Parola porta allo stesso tempo gioia e mal di pancia, consolazione e sofferenza. In ogni caso, è da mangiare. Di questo cibo il cristiano deve nutrirsi ogni giorno; l’uomo non può vivere «di solo pane» ( Dt 8,3; Mt 4,4; Lc 4,4): senza la Parola egli sarebbe semplicemente sopraffatto dalle varie forze che agiscono nella storia, nell’impossibilità di scorgervi qualsiasi progetto degno e meritevole di essere accolto. “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4) dice Gesù al diavolo tentatore. È la fame della Parola di Dio che avverte ogni uomo.
La Parola è come il martello che rompe anche le pietre. Nulla può resistere alla sua forza: “La mia parola non è forse… come un martello che spacca la roccia? (Ger 23,29).
Al termine del discorso programmatico del Regno di Dio, con la parabola della casa costruita sulla roccia raccontata da Gesù,la Parola stessa di Dio diventa la roccia sulla quale la casa trova sicurezza e stabilità incrollabili (Mt 7,24-25).
La Parola è come vino inebriante: “Mi si spezza il cuore nel petto, tremano tutte le mie ossa, sono come un ubriaco e come uno inebetito dal vino, a causa del Signore e delle sue sante parole” (Ger 23,9).
Gli apostoli che subito dopo Pentecoste predicano le grandi opere di Dio, sono derisi e ritenuti ubriachi ( At 2,13). La Parola ci porta fuori dal senno normale, che spinge a vivere secondo criteri mondani. La Parola di Dio è come un seme buono che ha la potenzialità di crescere, fiorire e fruttificare (Lc 8,11).
Lo sviluppo della comunità cristiana è interpretato come il crescere e il diffondersi della Parola ( At 6,7; 12,24; 13,49). La Parola di Dio è “viva, efficace e più tagliente di ogni spada”, penetra e fa luce dentro l’uomo ( Eb 4,12). Coloro che l’ascoltano si sentono trafiggere il cuore ( At 2,37). “Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? È molto più ciò che ci sfugge… Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, ha nascosto in essa tutti i tesori” (sant’Efrem). La Parola di Dio è Gesù stesso che si dona a noi, ci parla, ci nutre, ci scuote, ci consola, ci comunica la sua volontà e il suo amore, c’illumina e ci sostiene, ci offre gioia e speranza. Sulla sua Parola possiamo contare, alla sua Parola possiamo affidarci e abbandonarci in modo sicuro. Non riduciamo la potenza di Dio racchiusa nel Vangelo. E guai a noi se non evangelizziamo ( Rm 1,16; 9,16).
Il veggente dell’Apocalisse contemplerà la cavalcata vittoriosa della Parola nella storia ( Ap. 19,11-16).Noi credenti dobbiamo avere il coraggio della Parola, coraggio che si traduce in ascolto e annuncio. Un ascolto perseverante e un annuncio coraggioso della Parola portano certamente alla fruttificazione abbondante dei germi di bene celati nei solchi della nostra terra.
Il Papa Benedetto XVI per indicare il significato e l’importanza del Sinodo sulla Parola di Dio ha affermato che la Chiesa deve sempre rinnovarsi e ringiovanire grazie alla parola di Dio che non invecchia mai né si esaurisce e che, tramite lo Spirito Santo, ci guida alla verità tutta intera.
Dalla frequentazione della Parola di Dio può sbocciare la nuova primavera spirituale della Chiesa.
Don Giuseppe Imperato

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